lunedì 17 ottobre 2011

I MISTERI ELEUSINI E LA RIVOLUZIONE PSICHEDELICA (C. Ruck)

I misteri eleusini e la Rivoluzione psichedelica (*)

Carl A.P. Ruck

Filologo e Storico delle religioni,
Università di Boston (USA)

 

          R. Gordon Wasson ha lanciato la “rivoluzione psichedelica” con l’articolo del 13 maggio 1957 pubblicato su Life, nel quale rendeva pubblica la sua esperienza della notte del 29-30 giugno 1955, nel lontano villaggio di Huautla de Jiménez in Oaxaca con la curandera o sciamana mazateca María Sabina, la cui identità egli cercò di proteggere sotto lo pseudonimo di Eva Mendez. L’articolo in questione fu il primo a utilizzare lo scioccante termine “funghi magici”, termine probabilmente inventato dall’editore del giornale. Da banchiere internazionale professionista quale era, Wasson era il candidato meno appropriato per un ruolo del genere. Nello stesso anno, lui e la moglie, Valentina Pavlovna stavano per pubblicare il testo Mushrooms, Russia, and History, iniziato nella metà degli anni Quaranta come libro di cucina, con una sola nota a piè di pagina riguardo “la nobile arte della conoscenza dei funghi nella pratica degli Slavi del Nord”. L’articolo su Life era in effetti pubblicità per il libro, che fu munificamente pubblicato a spese dei Wasson in edizione limitata di sole 512 copie, e portò il libro all’attenzione del largo pubblico: il valore originario di 175 dollari è adesso aumentato fino a diverse migliaia, cosa di cui Wasson poteva esser fiero, come di un buon investimento.
          La nota a piè di pagina era intanto cresciuta fino a sostituire il testo originale, come nei piani. Qui si erano dilungati nel descrivere l’incanto di un evento che risaliva al loro matrimonio nel 1928, quando Valentina, nata in Russia, durante la loro luna di miele aveva insistito nel raccogliere funghi, che l’Anglosassone Gordon chiamava toadstool (sgabello di rospo), e [per lui] tutti disgustosi e velenosi. Negli anni di ricerca che seguirono, mentre proseguivano nelle loro distinte attività, lei come pediatra, scoprirono che il loro stesso atteggiamento dicotomico verso quel vegetale era ben documentato nelle tradizioni e nelle arti folcloristiche europee, cosa che li portò a sospettare l’esistenza di un antico tabù ben sedimentato riguardo l’uso profano di un sacramento religioso, che era ancora praticato, come scoprirono, dagli sciamani di alcune popolazioni della Siberia, alle quali naturalmente non potevano giungere per via della politica di quel periodo.
Comunque, nel 1952, Robert Graves spedì loro un ritaglio di giornale di un’azienda farmaceutica che citava un articolo che Richard Evans Schultes, che sarebbe presto diventato il Direttore del Museo Botanico di Harvard, aveva pubblicato in una rivista specializzata dall’edizione estremamente limitata più di dieci anni prima, e in cui parlava dell’uso dei funghi psicoattivi da parte degli indigeni delle montagne del Messico meridionale. Wasson conosceva Graves fin da quando il poeta e romanziere lo aveva contattato per la prima volta, chiedendogli modi per avvelenare qualcuno con i funghi, mentre scriveva il libro I Claudius (Io, Claudio- ed italiana.TEA, Milano, 2000), pubblicato nel 1934. Graves fu il primo ad identificare correttamente le sculture mesoamericane in pietra chiamate mushroom-stones. Fu questa l’informazione che fece unire i Wasson con Schultes, ed alla fine al chimico svizzero Albert Hofmann.
Tutto questo sembrava rispondere alle domande che Wasson e la moglie si erano posti, e li fece partire alla ricerca dei loro sciamani mazatechi. Furono raggiunti dal micologo francese Roger Heim del Museo Nazionale di Storia Naturale, che Wasson aveva incontrato a Parigi nel 1949, mentre cercava il permesso di fare alcune riproduzioni per i disegni di Russia, Mushrooms, and History.

L’articolo del giornale Life innestò un’ondata di sperimentazione con questi funghi; ad esempio, Timothy Leary mangiò i funghi magici in Messico prima ancora di provare l’ LSD o altre sostanza psicoattive; e fu solo il 25 marzo 1966 che Life pubblicò un articolo sull’ LSD come un farmaco psichiatrico fuoriuscito dal controllo.
          La popolarità dei funghi condusse alla loro finale classificazione come sostanza controllata o proibita negli Stati Uniti ed in ogni altra parte del mondo, cosa che Wasson non avrebbe mai voluto accadesse. In effetti, la sua opinione era che le droghe psicoattive (tranne l'alcool) avrebbero dovuto essere il più economiche possibile, disponibili in farmacia senza alcuna prescrizione. Wasson finì anche per rendere Maria Sabina ed il suo villaggio una meta per quelli che ogg sono chiamati “narcoturisti”, e declassò i funghi, che, come dicevano i Mazatechi, una volta “ti portavano dove si trova Dio”, tanto che Maria Sabina si lamentò che “nel momento in cui arrivarono gli stranieri, i ‘sacri bambini’ persero la loro purezza, la loro energia, essi li avevano rovinati; per cui non avrebbero più funzionato; a ciò non ci sarebbe stato rimedio”.
          Nell’inseguire la cultura della droga, Wasson, la cui moglie morì nel 1958, riuscì a non buttarsi allo sbaraglio, condannando l’uso delle droghe per quello che lui vedeva come scopo ludico, piuttosto che illuminazione spirituale. Andrew Weil, in un articolo pubblicato poco dopo la morte di Wasson nel 1986, lo rimproverò di essere stato snob ed elitario, “relegando la maggior parte di coloro che hanno sperimentato le sostanze sacrali alla categoria di quelli di Tim Leary ed affini
          Wasson aveva paura di venire contaminato dall’associazione con alcuni dei più noti sostenitori di quelle sostanze dalle quali egli stesso era rimasto affascinato. Tutto ciò avveniva sullo sfondo della Guerra Fredda e della competizione da parte del governo degli Stati Uniti con l’Unione Sovietica per quanto riguardava gli agenti chimici a scopo di spionaggio e controllo mentale. Albert Hofmann aveva scoperto gli effetti allucinogeni dell’LSD durante la sua famosa passeggiata in bicicletta dell’aprile 1943, e li aveva descritti in una pubblicazione farmacologica svizzera nel 1947. Il governo degli Stati Uniti era già stato in competizione con i Nazisti nella ricerca di un siero della verità, ma l’Agenzia fu impiegata per la conclusione della guerra; tuttavia quando furono scoperti gli esperimenti dei Nazisti con la mescalina nel campo di concentramento di Dachau, gli Stati Uniti ricominciarono i loro studi sulla mescalina. In concomitanza con le notizie sull’LSD che alla fine apparvero nell’ American Psychiatric Journal nel 1950, gli Stati Uniti erano già impegnati in esperimenti segreti.
          E già nel 1951 la donchisciottesca e carismatica super-spia, nonché imprenditore, Captain Al Hubbard, il cosiddetto “Johnny Appleseed (Giovannino Semedimela) dell’LSD”, aveva “acceso” migliaia di persone, tra cui scienziati, funzionari della Intelligence, diplomatici, e personaggi della chiesa.
          Durante le sessioni mazateche, i Wasson avevano fatto esperienza del potenziale divinatorio dei funghi messicani. Il resoconto della loro prima seduta notturna con Aurelio Carreras, il genero di Maria Sabina, il 15 agosto 1953, due anni prima che mangiassero loro stessi i funghi, venne intenzionalmente celato nel volume di Russia, Mushrooms, and History. Wasson descrisse l’evento in modo più completo nel suo ultimo libro, Persephone’s Quest. “Ho sempre avuto paura” scriveva “di quelli che praticavano un tipo di pseudo-religione della telepatia, per me erano persone di cui non fidarsi; se le nostre scoperte fossero finite alla loro attenzione, avremmo corso il pericolo di essere adottati da questi indesiderabili”.
          Carreras, senza suggerimenti o domande, fu capace di dire esattamente ai Wasson che il loro figlio Peter non stava a Boston comecredevano, ma a New York, che si stava per arruolare nell’esercito, e che un membro stretto della famiglia sarebbe morto entro l’anno.
          Nel febbraio del 1955, Wasson menzionò l’accaduto ad Andrija Puharich, quando si incontrarono per bere qualcosa nell’appartamento della jet-setter Alice Bouverie, che aveva saputo della ricerca dei Wasson da un bibliotecario della Biblioteca Pubblica, mentre si documentava sui funghi psicoattivi. Puharich, un medico e parapsicologo di origine croata nato in America, a quel tempo era capitano dell’Esercito Americano, dislocato al Centro per la Guerra Chimica e Biologica Fort Detrick di Edgewood nel Maryland e lavorava per la CIA sul controllo mentale con agenti chimici ed altri mezzi; con il permesso di Wasson, passò diligentemente le informazioni su Carreras ai suoi associati dell’Esercito, il che potrebbe essere stata la causa dell’infiltrazione della talpa della CIA James Moore, provvisto di generosi finanziamenti, nella spedizione in Messico fatta da Wasson nel 1956, la qual cosa rivela quanto lo spionaggio guardasse al fungo divinatorio come ad un potente strumento del suo arsenale. Moore pensò che il viaggio fosse decisamente poco piacevole e, nonostante avesse partecipato alla seduta, si fosse sentito male ed avesse perso otto chili, andò via con un pacchetto di funghi con l’intenzione di isolare e sintetizzare il composto chimico, cosa che in effetti Albert Hofmann riuscì a fare prima di lui.
Heim li identificò come Psilocybe caerulescens e l’agente psicoattivo fu chiamato psilocibina.
          Quando Wasson incontrò di nuovo Puharich a giugno, lo invitò ad unirsi alla spedizione di quell’estate a Oaxaca; questi declinò l’invito perché era stato appena congedato dall’esercito ed era impegnato a riorganizzare il suo laboratorio nel Maine. Ma si misero d’accordo per mettere in piedi un test. Wasson doveva indovinare cosa stava facendo Puharich nello stesso momento in cui lui stava facendo la sessione. Come risultò, le date erano sbagliate, e questa fu l’occasione in cui per la prima volta Wasson mangiò i funghi. Ma Wasson, che non sapeva niente della sistemazione del laboratorio del Maine, fece l’esperienza di un viaggio dell’anima in cui, a quanto sembra, visitò il laboratorio, fornendo un’accurata anche se inverosimile descrizione del locale come una sorta di fienile. In seguito Puharich descrisse un’esperienza molto simile, del viaggiare ad una grande distanza ed acquisire informazioni accurate, più accurate che se l’esperienza fosse stata reale, riuscendo a descrivere il motivo della carta da parati di una stanza che allora era stata ridipinta.
          In effetti, come testimoniò Masha Britten, figlia di Wasson, dopo la morte di Gordon, anche lei durante le sue visioni fu capace, in un’occasione, di librarsi sopra la Terra e riscendere, finendo per poi far visita ad amici che abitavano lontano. Anche sua madre ebbe una chiara visione di una città, ed in seguito, dirigendosi verso Mexico City seguendo un percorso differente, guardando in giù da una montagna, si rese conto che era la città della sua visione. Nel 1960, lo stesso Puharich, imitando le spedizioni etnografiche di Wasson, capeggiò un viaggio di ricerca sugli altipiani del Messico, dove il brujo (mago) Blas García gli mostrò un fungo chiamato Sacro Coniglio; gli disse che con esso si poteva volare sul Pacifico e vedere posti molto lontani. L’esperienza personale di Puharich fu di essersi proiettato negli “interni di un palazzo monumentale dopo l’altro”.
          Tutte queste esperienze paranormali erano indotte dai funghi Messicani, ovverosia Psilocybe, i cui effetti psicoattivi erano stati in passato sconosciuti agli stranieri.
          La ragione per cui Bouverie, che era una sensitiva o “channeler”, aveva fatto incontrare Wasson e Puharich aveva a che fare con un curioso episodio con l’ Amanita muscaria. Senza volerlo, nel giugno del 1954, era rimasta coinvolta in una strana esperienza psichica, quando aveva mostrato a Harry Stone, uno scultore olandese, un’antica pergamena egizia; anche se questi non conosceva né l’Egiziano né l’arte egizia, fu posseduto da un personaggio che in seguito venne identificato come Rahótep, vissuto 4.600 anni prima, e, nel corso di simili occasioni nei tre anni seguenti, Harry si mise a parlare Egiziano, scrisse in geroglifico, e rese noto il ruolo dell’Amanita nel culto e nell’arte divinatoria degli Egizi. Puharich offrì un resoconto dell’intera questione nel suo The Sacred Mushroom: Key to the Door of Eternity, pubblicato nel 1959. Nonostante Wasson avesse mantenuto rapporti cordiali con Puharich, e questi nel 1961 lo avesse messo al corrente di suoi esperimenti di laboratorio che evidenziavano un significativo miglioramento nella capacità telepatica di coloro che avevano ingerito l’Amanita muscaria, Wasson lo mise in guardia contro la pubblicità negativa da parte della Associated Press in seguito alla pubblicazione dei suoi esperimenti di percezione extrasensoriale, anche se era lo stesso tipo di notorietà che l’articolo su Life aveva assicurato a Wasson stesso.
          Non sembra plausibile che Puharich potesse aver inventato l’intera faccenda di Harry Stone, soprattutto perchè contemplava la conoscenza dell’Egiziano; ma la micologia era al di fuori dell’interesse degli Egittologi, anche se in antichità l’Egitto era famoso per le sue droghe, e funghi erano presenti in contesti che avvallerebbero il loro impiego durante certi rituali. In effetti, Kahlil Gibran, figlio del poeta libanese, nel 1960 propose a Wasson l’acquisto della figurina in bronzo di un dio egiziano, probabilmente Seth, con funghi che gli crescevano sul capo; Gibran, che era un estimatore di funghi, aveva letto il libro di Puharich e solo qualche mese prima aveva venduto a Wasson una figurina pre-colombiana raffigurante un fungo. Nonostante ciò, Puharich è stato in genere accusato di speculare sul lavoro di Wasson, e, come molta gente coinvolta nella rivoluzione psichedelica, altri aspetti della sua attività tendono a screditarlo, nonostante l’aiuto ricevuto da importanti enti governativi. In seguito seguì la carriera del medium israeliano Uri Geller, che poteva piegare i cucchiai psico-cineticamente; fece anche dei documentari sul guaritore brasiliano Arigo, che diagnosticava e rimuoveva un cancro al pancreas in soli due minuti con l’aiuto di un coltello arrugginito e senza anestesia o sterilizzazione; inoltre allenò un gruppo di bambini alle tecniche della proiezione astrale in una fattoria dello stato di New York, con l’obiettivo di fare una visita improvvisata al Cremlino. Egli credeva anche negli UFO e negli extraterrestri, e capeggiò la Round Table Foundation, i cui membri erano reincarnazioni delle nove divinità degli Egizi, e che nei vari periodi, compresero Aldous Huxley, Gene Roddenbury, il creatore di Star Trek, e L. Ron Hubbard, il fondatore della pseudo-religione chiamata Scientology.

          Wasson conosceva Huxley e lo riteneva un ingenuo, ma il suo Doors of Perception, pubblicato nel 1954, è la classica descrizione di un’esperienza visionaria indotta da peyote/mescalina. Egli introdusse il vocabolo “psicoattivo” nell’epilogo al suo testo Devils of Loudon pubblicato nel 1952; e, nonostante il suo interesse in tali sostanze risalisse al “soma”, la droga del suo Brave New World [Il Mondo Nuovo] del 1931, non ebbe alcuna esperienza personale fino alla fine degli anni Quaranta, quando diventò un eloquente sostenitore dell’uso delle droghe a scopi mistici e trascendentali, fino alla sua morte nel 1963, quando ormai le visioni erano vissute da un uomo quasi cieco. Il suo trapasso fu reso più facile da una dose di LSD, un uso già proposto da Valentina nel 1957.
          Wasson emerse come l’autorità il cui riconoscimento veniva ricercato dagli altri nel campo, e si trovò coinvolto in un imbarazzante triumvirato con Timothy Leary, il cui proselitismo giudicava ingenuo e rischioso, destinato ad una vita da fuorilegge, e con Carlos Castaneda, il cui Teachings of Don Juan pubblicato nel 1966, ebbe persino più influenza nel popolarizzare gli aspetti paranormali dell’esperienza psichedelica. Castaneda affermava che il suo sciamano Don Juan Matus fosse un intimo conoscente di Maria Sabina. Un paio di volte, Wasson ebbe contatti con Castaneda ed all’inizio lo prese sul serio, “un giovane sicuramente onesto e serio”, ma quando il primo libro fu seguito da una serie di volumi, uno più stravagante dell’altro, Wasson cominciò a sospettare una bufala, opinione sostenuta anche da Leary. Vi erano espressioni colloquiali che mancavano del loro equivalente in Spagnolo, e Wasson richiese una copia del diario di viaggio di Castaneda, che questi non fu in grado di fornire.
          Il giudizio finale di Wasson, comunque, fu che Castaneda era “un povero pellegrino perso nel tragitto verso il proprio Ixtlán”, nonostante i libri fossero un autentico esempio di poesia etnica, con lo stile, così come egli stesso disse, di She di H. Rider Haggard, un romanzo sull’archetipo femminile, una regina Africana bianca, apparso in serie a cominciare dal 1886.
          Nel 1963, Wasson andò in pensione, imbarcandosi nello stesso giorno su una nave mercantile diretta in Oriente per raccogliere materiale pubblicato nel 1968 in Soma: Divine Mushroom of Immortalità, scritto con la collaborazione di una giovane indologa, Wendy Doniger O’Flattery; nel libro individuava le origini della micofobia europea nell’importazione del culto fungino indoeuropeo, culto documentato tra gli antichi Ariani, identificando la pianta-dio Soma dei Veda come Amanita muscaria. Dal 1965, quando ritornò dall’Estremo Oriente, fino alla sua morte, visse nella sua tenuta di Danbury nel Connecticut, estraniandosi dalle controversie sorte dopo la sua identificazione del Soma, e cercando ulteriori conferme alla sua ipotesi.
          Quando ciò avvenne, con l’opera di John Allegro Sacred Mushroom and the Cross pubblicata nel 1970, Wasson non lo riconobbe, con molto dispiacere di Allegro. Da studioso amatoriale, Wasson si allontanava dalle opinioni dei professionisti. Sia lui che Valentina avevano sempre sospettato che ci fosse stato un culto dei funghi nel Cristianesimo, e che sarebbe stata la più vicina ed ovvia ragione della micofobia europea. Con questo pensiero in mente, avevano visitato la piccola cappella risalente al dodicesimo secolo di Saint-Éligie de Plaincourault nel lontano 1952, l’anno prima di dirigere l’attenzione verso la Mesoamerica. L’affresco nell’abside raffigura l’Albero della Genesi in maniera decisamente fungiforme, riconoscibilissimo persino nella specie, l’Amanita dal cappuccio rosso, con le sue caratteristiche verruche bianche residuo del velo embrionale che si perde con la crescita del fungo. Si ritiene che l’affresco possa risalire al 1291, anche se probabilmente era già là nel 1184, commissionato dai Crociati dell’Ordine di Malta reduci dalla Terra Santa. I Wasson sospettavano anche che la passione dei Manichei per i funghi rossi e l’eresia dei catari, che fiorì in quella regione, presupponesse un’Eucaristia con i funghi. Ma i Wasson sospesero velocemente la loro ricerca, quando l’eminente storico dell’arte Erwin Panofsky affermò che l’albero-fungo era semplicemente la rappresentazione comune, all’interno dell’arte medievale, del Pino ad ombrello stilizzato. A dire la verità, gli storici dell’arte sbagliavano: si tratta di funghi ed in contesti enteogenici, come nell’albero di Plaincourault, poiché l’affresco di fronte raffigura l’omonimo della cappella, il maniscalco Eligius che presiede un’iniziazione verso l’Eletto, identificando così la costruzione con un rituale cataro di Comunione psicoattiva. Nonostante Wasson avesse abbandonato con riluttanza il caso dell’affresco, lo riprese come “chicca” nelle considerazioni per il lettore all’interno del suo Soma.
          Il padre di Wasson, un prete episcopale, scrisse un libro su Religione e Il Bere, [Religion and Drink], pubblicato nel 1914, e non si stancava mai di dire al figlio che il primo miracolo di Cristo fu quello del banchetto di nozze a Caana, e che l’ultimo fu l’Eucaristia; e Wasson descrisse la propria sessione notturna con i funghi come una Sacra Comunione. E fu suo padre il primo a dirgli del sacramento del Soma. Si dilettava anche a fargli notare i brani più imbarazzanti narrati nella Bibbia.
          Allegro, il linguista e studioso dei Rotoli del Mar Morto, un accademico con credenziali impeccabili nella conoscenza delle lingue Classiche e del Vicino e Medio Oriente, aveva già pubblicato diversi libri; aveva letto le opere di Wasson e le aveva apprezzate, sapeva delle sue scoperte messicane, aveva accettato la sua identificazione del Soma come agarico muscario e naturalmente aveva tratto le conclusioni che Wasson era ancora riluttante a trarre.
          Allegro, l’unico ateo nel gruppo di studiosi che lavoravano sui Rotoli, presentò la propria ricerca sull’uso del fungo in Terra Santa con l’aperto proposito di smontare la validità della tradizione giudeo-cristiana. Egli fece l’errore di ipotizzare che una simile Eucaristia visionaria avrebbe reso il Cristianesimo un credo vergognoso, nonostante fosse consapevole che Wasson ed altri stessero documentando la vitalità ancora valida e prospera di tali sacramenti in altre religioni.
L’inaspettato rifiuto sdegnoso fu immediato ed offensivo. Due corposi libri furono stampati di fretta in circa sei mesi. Gli furono letteralmente strappate di dosso le credenziali accademiche: non c’era prova di quello che diceva, e per quanto concerneva i suoi critici, il fungo nemmeno cresceva nel Vicino Oriente. Allegro fu devastato a livello personale dal rifiuto offensivo operato nei confronti dei suoi studi. Allegro, che fino a quel momento non aveva mai provato una sostanza psicoattiva, stava rispondendo con avversione all’atteggiamento di quel periodo, contrassegnato dall’abuso diffuso ed a casaccio nonché irresponsabile di sostanze psichedeliche, misto al fermento di transizione politica e generazionale, che portò persino Mircea Eliade, l’autorità riconosciuta in fatto di religione, misticismo e sciamanesimo, a rifiutare le evidenze del ruolo delle piante nello sciamanesimo in Siberia ed in ogni altro luogo, ed a dichiarare che le droghe erano caratteristiche solo dell’ultimo decadente stadio di un culto, permettendo così solo una comunione allucinatoria non autentica con il Divino. Inevitabilmente, chiunque la pensava diversamente fu accusato di aver devastato la propria mente con le droghe.
          Wasson scrisse ad Allegro, ma non ricevette mai risposta, probabilmente perché questi si sentiva rifiutato in malo modo. Wasson aveva appena pubblicato una lettera che attaccava il libro nel The Times Literary Supplement, evidentemente senza averlo letto, e giudicando come tutti i suoi critici la documentazione linguistica aldilà della propria competenza. Allegro si sentiva anche rifiutato da Robert Graves, che aveva usato il famoso bassorilievo di Farsalo come copertina per la sua edizione revisionata del 1960 dei Miti Greci (Greek Myths), raffigurante le dee Persefone e Demetra ognuna con in mano un fungo, probabilmente Amanita, mentre invece Graves avrebbe dovuto avvallare di buon grado le descrizioni del culto orgiastico di Dioniso di Allegro. Nel suo Food for Centaurs, pubblicato nello stesso anno, Graves insinuava ciò che il bassorilievo rende esplicito, cioè che la mistura dei Misteri Eleusini conteneva un fungo psicoattivo. Fu un’idea proposta per la prima volta da Wasson in una conferenza del 1956, anche se si era astenuto dall’usare il bassorilievo di Farsalo come prova fin quando, come riporta Graves, non ricevette la prova di un esperto, che aveva evidentemente tratto profitto dalla sconfitta di Plaincourault.
           Nonostante il fatto che fossero tutti nella stessa barca, Graves scrisse a Wasson nel 1972 che Allegro, che non aveva potuto diffondere la propria argomentazione iconoclasta sulla morte della religione all’interno di The End of the Road, era un imbroglione.
           La mia stessa iniziazione all’intera questione avvenne dapprima con una copia di Il Fungo Sacro e La Croce, che notai in un negozio di libri a Londra, mentre io e Blaise Staples stavamo comprando un’auto per andare a trascorrere in Grecia un anno sabbatico. La piccola Volkswagen era piena di cose da leggere, i romanzi inglesi più lunghi, visto che ti davano il massimo per il denaro che spendevi, la nostra biblioteca itinerante, che comprendeva come riferimento una copia degli affascinanti e conosciuti Miti Greci di Graves. Non si capisce come Graves, che ha scritto più di 140 libri, fosse stato così ignorato dagli stessi colleghi Classicisti, e perché il suo bassorilievo di Farsalo fosse stato lasciato senza alcun commento. Allegro rappresentò la mia introduzione, specialmente il suo studio su Dioniso, visto che aveva a che fare con materiale con il quale avevo familiarità; le sue note a piè di pagina riguardo Wasson mi diressero verso Soma e tutto il resto, che all’epoca forse ho evitato perché non conoscevamo nulla riguardo le tradizioni Vedica e Mesoamericana, o riguardo lo sciamanesimo in generale.
           Il mio lavoro sul materiale portò a due studi in cui esaminai ciò che alla fine potevo più facilmente definire come consustanzialità enteogenica, “Referenti Botanici nella Genealogia dell’Eroe”, cioè il fatto che gli dei e gli eroi condividono peculiarità con le piante sacre, quindi un’Eucaristia psicoattiva; ed uno studio sulla “pazzia di Ercole”, che fu causata, così come ho dimostrato, da agenti botanici. Blaise mi suggerì di mandarne alcune copie a Wasson. L’anno era il 1976. Quasi immediatamente, ricevetti una telefonata da Gordon; stava venendo a Boston e chiedeva se potevamo incontrarci. Andammo a cena insieme e, prima di lasciarci, mi propose un pranzo per il giorno seguente all’Harvard Club. Cominciò così un decennio di amicizia, con noi che gli facevamo visita a Danbury, e lui a noi a Boston e poi nel villaggio sul mare nel quale andammo a vivere.
          Egli aveva una segretaria che gli scriveva a macchina in modo professionale i manoscritti e la corrispondenza, ma per le lettere personali usava una vecchia macchina da scrivere manuale, che produceva caratteri che andavano fuori dalle righe ed in parte si incastravano gli uni con gli altri.
          Penso che fu proprio in occasione della nostra prima visita che Gordon propose di risolvere i Misteri Eleusini. Ci incontrammo nell’ufficio di Schultes, e Gordon ci presentò, dicendo chi eravamo in greco. L’udito di Schultes non era perfetto. “Frumento”, ripeté “Materia molto interessante”. In effetti, poi scoprii che doveva trattarsi proprio di frumento. Non ero a conoscenza del fatto che Graves era scivolato nel deterioramento senile che avrebbe messo fine alla sua vita nel 1985, e che Gordon mi aveva scelto come suo sostituto per i Classici. Come risultò, egli aveva precedentemente cercato la collaborazione di E. R. Dodds, autore di The Greeks and the Irrational (1951), ma Dodds aveva mantenuto una cortese distanza. L’identificazione del Soma da parte di Wasson contava sul ritrovamento di funghi in un’altra religione antica, in un altro posto dove gli Indoeuropei fossero migrati, parallelamente al loro spostarsi giù nella Valle del fiume Indo.
           Ed Eleusi era la candidata più probabile, poiché vi si consumava qualcosa e dopo si vedeva qualcosa. In teoria non poteva essere solo una droga, ma doveva essere un fungo. Tutto ciò per me era molto sorprendente, poiché avevo scritto su Dioniso ma conoscevo poco di Eleusi, e poiché era un Mistero, e quindi, come dichiarò nel 1960 Mylonas lo scavatore del santuario, esso non era risolvibile.
          In seguito andammo spesso in auto a Danbury, ma stavolta con la macchina di Gordon. Qualche anno dopo egli smise di guidare, anche se tenne la macchina, visto che era stato fermato perché guidava a velocità troppo elevata e dovette assumere un avvocato per non avere la fedina penale sporca. Non era ritornato sul progetto a noi proposto, ma ci pose una domanda mentre guidava: “Suppongo che voi giovanotti abbiate provato tutti gli allucinogeni che si conoscono!”. Esitammo, non proprio tutti.
          A cena incontrammo la sua governante Ivonne, che diventò la nostra frequente assistente, sempre troppo chiacchierona con i suoi ospiti, come affermava sempre Gordon, e, per questa prima serata, anche la vecchia tata dei suoi ragazzi, che era lì in visita, e Masha, sua figlia, un’infermiera, che sarebbe diventata il nostro supervisore. Gordon ci aveva descritto a malapena quello che avremmo fatto, eccetto che avremmo provato la pozione eleusina. Ciò sembrava essere illegale, e probabilmente lo era. Per prepararci, non avremmo dovuto mangiare. Non sapevamo chi, tra i commensali, sapeva cosa stava succedendo, ma ci sedemmo a cena senza mangiare nulla, ad eccezione di una zuppa al curry, che secondo Gordon non ci avrebbe fatto male.
           Quando la cena finì, Ivonne ci disse “Bè, buon divertimento!”, quindi lasciammo la casa padronale insieme a Masha, ed andammo verso il fienile, che era stato lo studio d’arte del precedente proprietario ed ora era il quartier generale privato e la biblioteca di Gordon.
           Nel luglio dell’anno precedente, quando Albert Hofmann andò a visitarlo, Gordon gli chiese “se l’uomo dell’antica Grecia avesse potuto trovare un metodo per isolare un allucinogeno dalla Claviceps Purpurea, così da permettergli un’esperienza paragonabile all’LSD o alla psilocibina”. Albert gli aveva fornito la risposta ed alcuni campioni, ed ora noi stavamo per provarli. In ogni caso, c’erano solo due dosi. Masha avrebbe avuto cura di noi se qualcosa fosse andato storto, ma non ci fu nulla da far fare a Blaise. Allora Gordon gli propose di prendere della psilocibina.
           Ingerimmo le pozioni, ci avvolgemmo in lenzuola per ripararci dal freddo, e ci sedemmo vicino al fuoco del caminetto, mentre Maria Sabina salmodiava dal fonografo. Masha sedette in un angolo, leggendo il New York Times. L’ultima cosa che Gordon disse fu che era usanza di queste cerimonie l’osservare il silenzio; il che, ovviamente, era solo un’ammonizione al non chiacchierare. Quindi, io e Gordon aspettammo di ricevere la visita delle dee. Ma non successe nulla, come infatti annunciai verso mezzanotte. “Si”, disse Gordon “alquanto deludente”. Blaise, che nel frattempo aveva ingerito una sostanza psicoattiva ben conosciuta, stava avendo divertenti visioni di se stesso che veleggiava sui mari con Ulisse, ma non osava dir nulla per paura di intromettersi nella nostra ben più profonda esperienza. Quando fu chiaro che non eravamo in pericolo, Masha andò a letto e rimanemmo soli nello studio. Ed affamati, come proclamò Gordon, visto il digiuno osservato. Quindi, come dei ladri, ritornammo nella casa padronale, e saccheggiammo la dispensa di Ivonne, banchettando con birra calda e cracker, tutto ciò che riuscimmo a trovare.
           Il giorno dopo, quando ci incontrammo nello studio dopo colazione, Gordon ci mostrò un report di Albert riguardante il suo immuno-test; e decidemmo di portare avanti il progetto, sostenendo che il dosaggio che avevamo preso era stato insufficiente. Quindi, avevamo una sostanza che non funzionava molto, ed era mio compito mostrare come questa si potesse adattare ai Misteri. Veramente un compito difficile.
           Ma fu portato a termine. Imparai molto sull’etno-farmacologia e l’etno-botanica. E negli anni successivi alla prima edizione di The Road to Eleusis del 1978, molto di più è stato scoperto e una nuova versione della cosa presentava uno scenario più chiaro per la cerimonia ed un raffinamento della sostanza usata: non ergonovina separata dal complesso variabile delle tossine della Claviceps purpurea, ma ergina (ammide dell’acido lisergico) insieme al suo isomero isoergina prodotta dall’idrolisi dell’ergotamina tossica, prescritta nell’uso comune in dosi non tossiche come vasocostrittore nel trattamento dell’emicrania.
           Hofmann aveva fatto esperienza con tossine pure sintetizzate dalla Claviceps Purpurea, che differiscono dal prodotto naturale. La pozione eleusina era in effetti analoga all’Ololuihqui o estratto di ipomea dei Maya.
           I funghi così sfacciatamente ritratti sul bassorilievo di Farsalo non erano probabilmente il Mistero praticato ad Eleusi, vista la sua provenienza dalla Tessaglia nella Grecia Nordorientale. C’erano, infatti, santuari eleusini in altre parti della Grecia. C’erano, comunque, due livelli di iniziazione, ed apparentemente i funghi erano impiegati nei Piccoli Misteri, durante i quali il sacramento era riservato ad una singola persona, la donna a cui andò il titolo di Sacra Regina di Atene, la Basilinna, di cui si dice che dormì col dio Dioniso in una stalla di bue, il che è una metafora per l’estasi sciamanica indotta dall’Eucarestia del sacramento del “toro”. Ciò succedeva a febbraio sulle rive del fiume Ilissos ad Agrai, nell’Attica, a sud-est della città di Atene; un anno e mezzo dopo, venivano celebrati i Grandi Misteri intorno all’ultima settimana di settembre. Per fare ciò, diverse migliaia di adepti si riunivano ogni anno nella sala di iniziazione ad Eleusi e bevevano la pozione, che permetteva loro di viaggiare verso l’altro mondo e di riemergere nella sala con Persefone nel momento in cui ella partoriva il magico figlio concepito nel regno dei morti.
           Era qui che la Claviceps purpurea agiva come agente psicoattivo. Anche la Claviceps purpurea è un fungo, anche se nei gusci infestati dei cereali si vede solo lo sclerozio o massa indurita del micelio seccato. Tali gusci, comunque, sono come il seme che manca al fungo selvatico; e quando cade sul terreno, germoglia nei caratteristici corpi germoglianti a forma di fungo, riconoscibili ad occhio nudo. Ricordo l’entusiasmo di Gordon quando ricevemmo la fotografia fatta da Albert della Claviceps che fruttificava. Finalmente avevamo un fungo. E si addiceva all’intera mitopoeia del rapimento e resurrezione di Persefone, e dell’invenzione dell’arte della coltivazione. Il grano, l’orzo e le piante commestibili.
           Tutto ciò avrebbe causato una certa sensazione; un sacramento psicoattivo al centro del mondo classico greco-romano: come proclamava Cicerone, “tra le molte istituzioni divine ed eccellenti che Atene ha esibito, nessuna secondo me è meglio di quei Misteri”. Le più alte menti dell’antichità avevano fatto la stessa esperienza di estasi, che Gordon aveva scoperto in Mesoamerica: Platone, Socrate, i drammaturghi, i politici che andavano per la maggiore – da ormai duemila anni. L’esperienza psichedelica aveva formato la coscienza e la cultura occidentale.
           Per divulgare questa scoperta, Wasson cambiò la solita modalità e decise che non ci sarebbe stata alcuna edizione di lusso, ma solo una commerciale. Ciò sarebbe stato molto più iconoclastico di qualsiasi pubblicazione di Tim Leary. In ogni caso, non ci fu alcun comunicato stampa, alcuna risonanza pubblica, né contestazione né interesse; ma solo una tiepida recensione che, in effetti, non rigettò la teoria. E, quando Burkert ci citò durante le sue lezioni del 1987 ad Harvard, una decina d’anni dopo, accettò l’identificazione del Soma da parte di Wasson e definì la materia di Eleusi come un “indovinello sofisticato”, ma non lo capì, confondendo l’ergotismo con l’LSD, considerato da lui come “uno stato non piacevole e per niente euforico”. E ciò chiuse definitivamente l’argomento, per quanto concerneva i Classicisti.
           Come scrisse Terence McKenna: “Le idee che gli autori hanno esposto non sono state contestate, anzi sono state ignorate dagli specialisti della cultura della Grecia antica e classica. Questa situazione sembra convalidare la regola empirica approssimativa, secondo cui quando le idee sono controverse vengono discusse, e quando sono rivoluzionarie vengono ignorate”. Il grande pubblico era spaventato dalla rivoluzione psichedelica. Le stesse persone che vi avevano partecipato erano adesso genitori spaventati per i propri figli.
           Quando, nel 1986, Persephone’s Quest fu pronto per essere pubblicato, nessuna casa editrice aveva intenzione di prenderlo in considerazione, nonostante la grande pubblicità fattagli da Schultes, e nonostante il fatto che tutti i capitoli, ad eccezione del primo, erano già apparsi su altre pubblicazioni , finché non ci imbattemmo nell’Università di Yale, dove uno degli editori era stato un fan dell’argomento fin dagli anni Sessanta; Wasson non visse tanto a lungo da vedere il libro pubblicato, che è ancora in commercio.
           Il primo capitolo non era altro che il riassunto finale fatto da Wasson. “Mentre mi appresto a finire i miei giorni”, così cominciava, “ho deciso di scrivere un resoconto della nostra indagine sui funghi”. Quindi ritornava alla questione di un culto dei funghi all’interno della Cristianità. “Una volta dissi che non vi erano funghi all’interno della Bibbia”, scrisse. “Ma mi sbagliavo…Ritengo che il Frutto dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male sia il Soma, il kakuljá, l’Amanita Muscaria, che sia il Fungo senza nome dei popoli di lingua Inglese”.

          L’idea originale, secondo la quale il culto del fungo fosse arrivato in Europa con la migrazione verso Nord degli Indo-Europei, deve essere modificata. Naturalmente, nelle rotte commerciali che partivano dalla Persia, c’era stato anche un trasferimento a Sud. E gli immigrati trovarono il culto già ben stabilito tra le culture indigene, avente origine apparentemente dall’Africa, laddove i petroglifici preistorici trovati a Tassili n’Ajjer raffigurano sciamani e cacciatori che diventano consustanziali al sacramento del fungo. La stessa cosa accadde con i Conquistadores che ritrovarono gli stessi sacramenti eretici dell’elite europea nel Nuovo Mondo, ma scandalosamente rivelanti divinità pagane.
In un certo modo, l’Harry Stone di Puharich aveva ragione. Gli Egiziani avevano un culto del fungo. Il fungo magari non cresceva in modo spontaneo; c’era un commercio ben avviato nell’antichità, così come c’è oggi, di sostanze di tutti i tipi spedite facilmente e con profitto.
          E non solo la Cristianità ed i Misteri Eleusini condividono un’Eucaristia del fungo, ma la Grecia Classica era in contatto costante con i Persiani Achemenidi, e filosofi del calibro di Democrito conversavano con questi sciamani o magi, la cui versione dell’Eucaristia del Soma era chiamata Haoma. Significativamente, il mito della Natività di Cristo vede tre Magi arrivare il giorno dell’Epifania per accertarsi della sostituzione (da parte di Cristo). L’Haoma era stato introdotto in Occidente almeno nel primo secolo avanti Cristo, se non prima ancora, come Mitraismo, e diventò il culto ufficiale della fratellanza guerriera, degli uomini di Stato e degli imperatori, cioè dell’élite che amministrava l’Impero Romano. Nerone fu il primo ad essere iniziato all’ Eucaristia col “cibo magico”, come ha riportato Svetonio. La fondazione dell’Impero Romano era una vera e propria iniziazione alle sostanze fatta in sette stadi, una versione del culto di Soma/Haoma, e la struttura politica che essa creò era ciò che sarebbe diventata poi l’Europa. Con la conversione al Cristianesimo dell’imperatore guerriero Costantino, Mitra e i Misteri Eleusini furono sostituiti dalla nuova religione, che distrusse i santuari pagani, spesso costruendo le chiese con le pietre dei precedenti luoghi sacri e negli stessi loro siti, spesso dando solo la propria mera interpretazione dell’identico sacramento. La Basilica di San Vicente ad Avila sostituì un Mitreo che sorgeva lì vicino. Essa mostra sfacciatamente il fungo come banchetto celestiale sul timpano del portale, col portale stesso, come sempre, avente un distintivo disegno a forma di fungo, con l’apertura, con o senza il verbasco [mullein] che lo divide, che dà l’idea di un fusto che supporta l’emisfero del timpano come se fosse il cappellino. Il timpano stesso è la metà della forma di mandorla [mandorla] che rappresenta, secondo la tradizione, la vulva della dea, trasformata poi secondo il Cristianesimo nella porta del Paradiso. Solo l’élite, che riservava per sé stessa il contatto diretto con la divinità, avrebbe riconosciuto questo disegno a forma di fungo mentre si passava attraverso il portale allo spazio dedicato al culto; ma esso era sicuramente stato fatto con intenzione, un’indicazione della versione eretica dell’Eucaristia che rendeva perpetua una pianta sacra impiegata nei culti pagani che la Chiesa dominante aveva soppresso, e nelle versioni più antiche degli stessi riti Cristiani, così come è stata conservata nel pavimento a mosaico della stanza dell’agape ad Aquileia, risalente all’inizio del quarto secolo, con raffigurazioni di cestini pieni del fungo eucaristico. Già a Rinascimento inoltrato, gli strati più in alto all’interno della Chiesa facevano ancora esperienza di questi sacramenti visionari, che erano proibiti ai laici.
          Ci furono due aspetti della rivoluzione psichedelica: i liberali che ricercavano gli enteogeni per liberare la mente, ed i conservatori che cercavano di controllare la mente attraverso le stesse sostanze. Gli abusi e gli eccessi di entrambe le posizioni portarono al Controlled Substances Act del 1970. Mentre genitori indignati ancora cercano di fare inserire una sostanza dopo l’altra nella lista di quelle proibite, la rivoluzione ha anche acceso un forte interesse nella mitologia e nello studio comparato delle religioni, visto che quelli che ora sono genitori avevano cercato una guida per capire le proprie esperienze, facendo diventare best-seller libri quali Hero with a Thousand Faces di Joseph Campbell. Il movimento liberale ebbe successo con il Religious Freedom Restoration Act del 1993, che legalizzava l’Eucaristia fatta col peyote della Chiesa Cristiana Nativo-Americana. E, solo recentemente, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha applicato quest’atto ad un caso portato di fronte alla Corte di Giustizia dalla Brazilian Uniao do Vegetal del New Mexico, ed ha quindi legalizzato la loro Eucaristia cristiana fatta col tè di ayahuasca.
          I Misteri Eleusini furono citati durante l’istruttoria come un precedente di esperienza religiosa ordinata e benefica, indotta da un sacramento psicoattivo. Nonostante questa importante decisione abbia ricevuto scarsa risonanza da parte della stampa, rivendica comunque il ruolo di Wasson come il patriarca che presiede alla Rivoluzione Psichedelica.


(*) Relazione tenuta al convegno SISSC “La visionarietà nell’arte, nella scienza e nel costume”, Perinaldo (IM) 23-26 agosto 2006






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