I misteri eleusini e la Rivoluzione psichedelica (*)
Carl A.P. Ruck
Filologo
e Storico delle religioni,
Università
di Boston (USA)
R.
Gordon Wasson ha lanciato la “rivoluzione psichedelica” con
l’articolo del 13 maggio 1957 pubblicato su Life,
nel quale rendeva pubblica la sua esperienza della notte del 29-30
giugno 1955, nel lontano villaggio di Huautla de Jiménez in Oaxaca
con la curandera o sciamana
mazateca María Sabina, la cui identità egli cercò di proteggere
sotto lo pseudonimo di Eva Mendez. L’articolo in questione fu il
primo a utilizzare lo scioccante termine “funghi magici”, termine
probabilmente inventato dall’editore del giornale. Da banchiere
internazionale professionista quale era, Wasson era il candidato meno
appropriato per un ruolo del genere. Nello stesso anno, lui e la
moglie, Valentina Pavlovna stavano per pubblicare il testo Mushrooms,
Russia, and History,
iniziato nella metà degli anni Quaranta come libro di cucina, con
una sola nota a piè di pagina riguardo “la nobile arte della
conoscenza dei funghi nella pratica degli Slavi del Nord”.
L’articolo su Life
era in effetti pubblicità per il libro, che fu munificamente
pubblicato a spese dei Wasson in edizione limitata di sole 512 copie,
e portò il libro all’attenzione del largo pubblico: il valore
originario di 175 dollari è adesso aumentato fino a diverse
migliaia, cosa di cui Wasson poteva esser fiero, come di un buon
investimento.
La
nota a piè di pagina era intanto cresciuta fino a sostituire il
testo originale, come nei piani. Qui si erano dilungati nel
descrivere l’incanto di un evento che risaliva al loro matrimonio
nel 1928, quando Valentina, nata in Russia, durante la loro luna di
miele aveva insistito nel raccogliere funghi, che l’Anglosassone
Gordon chiamava toadstool
(sgabello di rospo), e [per lui] tutti disgustosi e velenosi. Negli
anni di ricerca che seguirono, mentre proseguivano nelle loro
distinte attività, lei come pediatra, scoprirono che il loro stesso
atteggiamento dicotomico verso quel vegetale era ben documentato
nelle tradizioni e nelle arti folcloristiche europee, cosa che li
portò a sospettare l’esistenza di un antico tabù ben sedimentato
riguardo l’uso profano di un sacramento religioso, che era ancora
praticato, come scoprirono, dagli sciamani di alcune popolazioni
della Siberia, alle quali naturalmente non potevano giungere per via
della politica di quel periodo.
Comunque,
nel 1952, Robert Graves spedì loro un ritaglio di giornale di
un’azienda farmaceutica che citava un articolo che Richard Evans
Schultes, che sarebbe presto diventato il Direttore del Museo
Botanico di Harvard, aveva pubblicato in una rivista specializzata
dall’edizione estremamente limitata più di dieci anni prima, e in
cui parlava dell’uso dei funghi psicoattivi da parte degli indigeni
delle montagne del Messico meridionale. Wasson conosceva Graves fin
da quando il poeta e romanziere lo aveva contattato per la prima
volta, chiedendogli modi per avvelenare qualcuno con i funghi, mentre
scriveva il libro I
Claudius (Io, Claudio-
ed italiana.TEA, Milano, 2000),
pubblicato nel 1934. Graves fu il primo ad identificare correttamente
le sculture mesoamericane in pietra chiamate mushroom-stones. Fu
questa l’informazione che fece unire i Wasson con Schultes, ed alla
fine al chimico svizzero Albert Hofmann.
Tutto
questo
sembrava rispondere alle domande che Wasson e la moglie si erano
posti, e li fece partire alla ricerca dei loro sciamani mazatechi.
Furono raggiunti dal micologo francese Roger Heim del Museo Nazionale
di Storia Naturale, che Wasson aveva incontrato a Parigi nel 1949,
mentre cercava il permesso di fare alcune riproduzioni per i disegni
di Russia,
Mushrooms, and History.
L’articolo
del giornale Life
innestò
un’ondata di sperimentazione con questi funghi; ad esempio,
Timothy Leary mangiò i funghi magici in Messico prima ancora di
provare l’ LSD o altre sostanza psicoattive; e fu solo il 25 marzo
1966 che Life
pubblicò un articolo sull’ LSD come un farmaco psichiatrico
fuoriuscito dal controllo.
La
popolarità dei funghi condusse alla loro finale classificazione come
sostanza controllata o proibita negli Stati Uniti ed in ogni altra
parte del mondo, cosa che Wasson non avrebbe mai voluto accadesse. In
effetti, la sua opinione era che le droghe psicoattive (tranne
l'alcool) avrebbero dovuto essere il più economiche possibile,
disponibili in farmacia senza alcuna prescrizione. Wasson finì anche
per rendere Maria Sabina ed il suo villaggio una meta per quelli che
ogg sono chiamati “narcoturisti”, e declassò i funghi, che, come
dicevano i Mazatechi, una volta “ti portavano dove si trova Dio”,
tanto che Maria Sabina si lamentò che “nel momento in cui
arrivarono gli stranieri, i ‘sacri bambini’ persero la loro
purezza, la loro energia, essi li avevano rovinati; per cui non
avrebbero più funzionato; a ciò non ci sarebbe stato rimedio”.
Nell’inseguire
la cultura della droga, Wasson, la cui moglie morì nel 1958, riuscì
a non buttarsi allo sbaraglio, condannando l’uso delle droghe per
quello che lui vedeva come scopo ludico, piuttosto che illuminazione
spirituale. Andrew Weil, in un articolo pubblicato poco dopo la morte
di Wasson nel 1986, lo rimproverò di essere stato snob ed elitario,
“relegando la maggior parte di coloro che hanno sperimentato le
sostanze sacrali alla categoria di quelli
di Tim Leary ed affini”
Wasson
aveva paura di venire contaminato dall’associazione con alcuni dei
più noti sostenitori di quelle sostanze dalle quali egli stesso era
rimasto affascinato. Tutto ciò avveniva sullo sfondo della Guerra
Fredda e della competizione da parte del governo degli Stati Uniti
con l’Unione Sovietica per quanto riguardava gli agenti chimici a
scopo di spionaggio e controllo mentale. Albert Hofmann aveva
scoperto gli effetti allucinogeni dell’LSD durante la sua famosa
passeggiata in bicicletta dell’aprile 1943, e li aveva descritti in
una pubblicazione farmacologica svizzera nel 1947. Il governo degli
Stati Uniti era già stato in competizione con i Nazisti nella
ricerca di un siero della verità, ma l’Agenzia fu impiegata per la
conclusione della guerra; tuttavia quando furono scoperti gli
esperimenti dei Nazisti con la mescalina nel campo di concentramento
di Dachau, gli Stati Uniti ricominciarono i loro studi sulla
mescalina. In concomitanza con le notizie sull’LSD che alla fine
apparvero nell’ American
Psychiatric Journal nel
1950, gli Stati Uniti erano già impegnati in esperimenti segreti.
E
già nel 1951 la donchisciottesca e carismatica super-spia, nonché
imprenditore, Captain
Al Hubbard, il cosiddetto “Johnny Appleseed (Giovannino
Semedimela)
dell’LSD”, aveva “acceso” migliaia di persone, tra cui
scienziati, funzionari della Intelligence,
diplomatici, e personaggi della chiesa.
Durante
le sessioni mazateche,
i Wasson avevano fatto esperienza del potenziale divinatorio dei
funghi messicani. Il resoconto della loro prima seduta notturna con
Aurelio Carreras, il genero di Maria Sabina, il 15 agosto 1953, due
anni prima che mangiassero loro stessi i funghi, venne
intenzionalmente celato nel volume di Russia,
Mushrooms, and History.
Wasson descrisse l’evento in modo più completo nel suo ultimo
libro, Persephone’s
Quest.
“Ho sempre avuto paura” scriveva “di quelli che praticavano un
tipo di pseudo-religione della telepatia, per me erano persone di cui
non fidarsi; se le nostre scoperte fossero finite alla loro
attenzione, avremmo corso il pericolo di essere adottati da questi
indesiderabili”.
Carreras,
senza suggerimenti o domande, fu capace di dire esattamente ai Wasson
che il loro figlio Peter non stava a Boston comecredevano, ma a New
York, che si stava per arruolare nell’esercito, e che un membro
stretto della famiglia sarebbe morto entro l’anno.
Nel
febbraio del 1955, Wasson menzionò l’accaduto ad Andrija Puharich,
quando si incontrarono per bere qualcosa nell’appartamento della
jet-setter Alice Bouverie, che aveva saputo della ricerca dei Wasson
da un bibliotecario della Biblioteca Pubblica, mentre si documentava
sui funghi psicoattivi. Puharich, un medico e parapsicologo di
origine croata nato in America, a quel tempo era capitano
dell’Esercito Americano, dislocato al Centro per la Guerra Chimica
e Biologica Fort Detrick di Edgewood nel Maryland e lavorava per la
CIA sul controllo mentale con agenti chimici ed altri mezzi; con il
permesso di Wasson, passò diligentemente le informazioni su Carreras
ai suoi associati dell’Esercito, il che potrebbe essere stata la
causa dell’infiltrazione della talpa della CIA James Moore,
provvisto di generosi finanziamenti, nella spedizione in Messico
fatta da Wasson nel 1956, la qual cosa rivela quanto lo spionaggio
guardasse al fungo divinatorio come ad un potente strumento del suo
arsenale. Moore pensò che il viaggio fosse decisamente poco
piacevole e, nonostante avesse partecipato alla seduta, si fosse
sentito male ed avesse perso otto chili, andò via con un pacchetto
di funghi con l’intenzione di isolare e sintetizzare il composto
chimico, cosa che in effetti Albert Hofmann riuscì a fare prima di
lui.
Heim
li identificò come Psilocybe
caerulescens e
l’agente psicoattivo fu chiamato psilocibina.
Quando
Wasson incontrò di nuovo Puharich a giugno, lo invitò ad unirsi
alla spedizione di quell’estate a Oaxaca; questi declinò l’invito
perché era stato appena congedato dall’esercito ed era impegnato a
riorganizzare il suo laboratorio nel Maine. Ma si misero d’accordo
per mettere in piedi un test. Wasson doveva indovinare cosa stava
facendo Puharich nello stesso momento in cui lui stava facendo la
sessione. Come risultò, le date erano sbagliate, e questa fu
l’occasione in cui per la prima volta Wasson mangiò i funghi. Ma
Wasson, che non sapeva niente della sistemazione del laboratorio del
Maine, fece l’esperienza di un viaggio dell’anima in cui, a
quanto sembra, visitò il laboratorio, fornendo un’accurata anche
se inverosimile descrizione del locale come una sorta di fienile. In
seguito Puharich descrisse un’esperienza molto simile, del
viaggiare ad una grande distanza ed acquisire informazioni accurate,
più accurate che se l’esperienza fosse stata reale, riuscendo a
descrivere il motivo della carta da parati di una stanza che allora
era stata ridipinta.
In
effetti, come testimoniò Masha Britten, figlia di Wasson, dopo la
morte di Gordon, anche lei durante le sue visioni fu capace, in
un’occasione, di librarsi sopra la Terra e riscendere, finendo per
poi far visita ad amici che abitavano lontano. Anche sua madre ebbe
una chiara visione di una città, ed in seguito, dirigendosi verso
Mexico City seguendo un percorso differente, guardando in giù da una
montagna, si rese conto che era la città della sua visione. Nel
1960, lo stesso Puharich, imitando le spedizioni etnografiche di
Wasson, capeggiò un viaggio di ricerca sugli altipiani del Messico,
dove il brujo
(mago) Blas García gli mostrò un fungo chiamato Sacro Coniglio; gli
disse che con esso si poteva volare sul Pacifico e vedere posti molto
lontani. L’esperienza personale di Puharich fu di essersi
proiettato negli “interni di un palazzo monumentale dopo l’altro”.
Tutte
queste esperienze paranormali erano indotte dai funghi Messicani,
ovverosia Psilocybe,
i cui effetti psicoattivi erano stati in passato sconosciuti agli
stranieri.
La
ragione per cui Bouverie, che era una sensitiva o “channeler”,
aveva fatto incontrare Wasson e Puharich aveva a che fare con un
curioso episodio con l’ Amanita
muscaria.
Senza volerlo, nel giugno del 1954, era rimasta coinvolta in una
strana esperienza psichica, quando aveva mostrato a Harry Stone, uno
scultore olandese, un’antica pergamena egizia; anche se questi non
conosceva né l’Egiziano né l’arte egizia, fu posseduto da un
personaggio che in seguito venne identificato come Rahótep, vissuto
4.600 anni prima, e, nel corso di simili occasioni nei tre anni
seguenti, Harry si mise a parlare Egiziano, scrisse in geroglifico, e
rese noto il ruolo dell’Amanita nel culto e nell’arte divinatoria
degli Egizi. Puharich offrì un resoconto dell’intera questione nel
suo The
Sacred Mushroom: Key to the Door of Eternity,
pubblicato nel 1959. Nonostante Wasson avesse mantenuto rapporti
cordiali con Puharich, e questi nel 1961 lo avesse messo al corrente
di suoi esperimenti di laboratorio che evidenziavano un significativo
miglioramento nella capacità telepatica di coloro che avevano
ingerito l’Amanita
muscaria,
Wasson lo mise in guardia contro la pubblicità negativa da parte
della Associated Press in seguito alla pubblicazione dei suoi
esperimenti di percezione extrasensoriale, anche se era lo stesso
tipo di notorietà che l’articolo su Life
aveva
assicurato a Wasson stesso.
Non
sembra plausibile che Puharich potesse aver inventato l’intera
faccenda di Harry Stone, soprattutto perchè contemplava la
conoscenza dell’Egiziano; ma la micologia era al di fuori
dell’interesse degli Egittologi, anche se in antichità l’Egitto
era famoso per le sue droghe, e funghi erano presenti in contesti che
avvallerebbero il loro impiego durante certi rituali. In effetti,
Kahlil Gibran, figlio del poeta libanese, nel 1960 propose a Wasson
l’acquisto della figurina in bronzo di un dio egiziano,
probabilmente Seth, con funghi che gli crescevano sul capo; Gibran,
che era un estimatore di funghi, aveva letto il libro di Puharich e
solo qualche mese prima aveva venduto a Wasson una figurina
pre-colombiana raffigurante un fungo. Nonostante ciò, Puharich è
stato in genere accusato di speculare sul lavoro di Wasson, e, come
molta gente coinvolta nella rivoluzione psichedelica, altri aspetti
della sua attività tendono a screditarlo, nonostante l’aiuto
ricevuto da importanti enti governativi. In seguito seguì la
carriera del medium israeliano Uri Geller, che poteva piegare i
cucchiai psico-cineticamente; fece anche dei documentari sul
guaritore brasiliano Arigo, che diagnosticava e rimuoveva un cancro
al pancreas in soli due minuti con l’aiuto di un coltello
arrugginito e senza anestesia o sterilizzazione; inoltre allenò un
gruppo di bambini alle tecniche della proiezione astrale in una
fattoria dello stato di New York, con l’obiettivo di fare una
visita improvvisata al Cremlino. Egli credeva anche negli UFO e negli
extraterrestri, e capeggiò la Round Table Foundation, i cui membri
erano reincarnazioni delle nove divinità degli Egizi, e che nei vari
periodi, compresero Aldous Huxley, Gene Roddenbury, il creatore di
Star Trek, e L. Ron Hubbard, il fondatore della pseudo-religione
chiamata Scientology.
Wasson
conosceva Huxley e lo riteneva un ingenuo, ma il suo Doors
of Perception,
pubblicato nel 1954, è la classica descrizione di un’esperienza
visionaria indotta da peyote/mescalina. Egli introdusse il vocabolo
“psicoattivo” nell’epilogo al suo testo Devils
of Loudon pubblicato
nel 1952; e, nonostante il suo interesse in tali sostanze risalisse
al “soma”, la droga del suo Brave
New World
[Il
Mondo
Nuovo]
del 1931, non ebbe alcuna esperienza personale fino alla fine degli
anni Quaranta, quando diventò un eloquente sostenitore dell’uso
delle droghe a scopi mistici e trascendentali, fino alla sua morte
nel 1963, quando ormai le visioni erano vissute da un uomo quasi
cieco. Il suo trapasso fu reso più facile da una dose di LSD, un uso
già proposto da Valentina nel 1957.
Wasson
emerse come l’autorità il cui riconoscimento veniva ricercato
dagli altri nel campo, e si trovò coinvolto in un imbarazzante
triumvirato con Timothy Leary, il cui proselitismo giudicava ingenuo
e rischioso, destinato ad una vita da fuorilegge, e con Carlos
Castaneda, il cui Teachings
of Don Juan
pubblicato nel 1966, ebbe persino più influenza nel popolarizzare
gli aspetti paranormali dell’esperienza psichedelica. Castaneda
affermava che il suo sciamano Don Juan Matus fosse un intimo
conoscente di Maria Sabina. Un paio di volte, Wasson ebbe contatti
con Castaneda ed all’inizio lo prese sul serio, “un giovane
sicuramente onesto e serio”, ma quando il primo libro fu seguito da
una serie di volumi, uno più stravagante dell’altro, Wasson
cominciò a sospettare una bufala, opinione sostenuta anche da Leary.
Vi erano espressioni colloquiali che mancavano del loro equivalente
in Spagnolo, e Wasson richiese una copia del diario di viaggio di
Castaneda, che questi non fu in grado di fornire.
Il
giudizio finale di Wasson, comunque, fu che Castaneda era “un
povero pellegrino perso nel tragitto verso il proprio Ixtlán”,
nonostante i libri fossero un autentico esempio di poesia etnica, con
lo stile, così come egli stesso disse, di She
di
H. Rider Haggard, un romanzo sull’archetipo femminile, una regina
Africana bianca, apparso in serie a cominciare dal 1886.
Nel
1963, Wasson andò in pensione, imbarcandosi nello stesso giorno su
una nave mercantile diretta in Oriente per raccogliere materiale
pubblicato nel 1968 in Soma:
Divine Mushroom of Immortalità,
scritto con la collaborazione di una giovane indologa, Wendy Doniger
O’Flattery; nel libro individuava le origini della micofobia
europea nell’importazione del culto fungino indoeuropeo, culto
documentato tra gli antichi Ariani, identificando la pianta-dio Soma
dei Veda come Amanita
muscaria.
Dal 1965, quando ritornò dall’Estremo Oriente, fino alla sua
morte, visse nella sua tenuta di Danbury nel Connecticut,
estraniandosi dalle controversie sorte dopo la sua identificazione
del Soma, e cercando ulteriori conferme alla sua ipotesi.
Quando
ciò avvenne, con l’opera di John Allegro Sacred
Mushroom and the Cross pubblicata
nel 1970, Wasson non lo riconobbe, con molto dispiacere di Allegro.
Da studioso amatoriale, Wasson si allontanava dalle opinioni dei
professionisti. Sia lui che Valentina avevano sempre sospettato che
ci fosse stato un culto dei funghi nel Cristianesimo, e che sarebbe
stata la più vicina ed ovvia ragione della micofobia europea. Con
questo pensiero in mente, avevano visitato la piccola cappella
risalente al dodicesimo secolo di Saint-Éligie de Plaincourault nel
lontano 1952, l’anno prima di dirigere l’attenzione verso la
Mesoamerica. L’affresco nell’abside raffigura l’Albero della
Genesi in maniera decisamente fungiforme, riconoscibilissimo persino
nella specie, l’Amanita dal cappuccio rosso, con le sue
caratteristiche verruche bianche residuo del velo embrionale che si
perde con la crescita del fungo. Si ritiene che l’affresco possa
risalire al 1291, anche se probabilmente era già là nel 1184,
commissionato dai Crociati dell’Ordine di Malta reduci dalla Terra
Santa. I Wasson sospettavano anche che la passione dei Manichei per i
funghi rossi e l’eresia dei catari, che fiorì in quella regione,
presupponesse un’Eucaristia con i funghi. Ma i Wasson sospesero
velocemente la loro ricerca, quando l’eminente storico dell’arte
Erwin Panofsky affermò che l’albero-fungo era semplicemente la
rappresentazione comune, all’interno dell’arte medievale, del
Pino ad ombrello stilizzato. A dire la verità, gli storici dell’arte
sbagliavano: si tratta di funghi ed in contesti enteogenici, come
nell’albero di Plaincourault, poiché l’affresco di fronte
raffigura l’omonimo della cappella, il maniscalco Eligius che
presiede un’iniziazione verso l’Eletto, identificando così la
costruzione con un rituale cataro di Comunione psicoattiva.
Nonostante Wasson avesse abbandonato con riluttanza il caso
dell’affresco, lo riprese come “chicca” nelle considerazioni
per il lettore all’interno del suo Soma.
Il
padre di Wasson, un prete episcopale, scrisse un libro su Religione
e Il Bere,
[Religion
and Drink],
pubblicato nel 1914, e non si stancava mai di dire al figlio che il
primo miracolo di Cristo fu quello del banchetto di nozze a Caana, e
che l’ultimo fu l’Eucaristia; e Wasson descrisse la propria
sessione notturna con i funghi come una Sacra Comunione. E fu suo
padre il primo a dirgli del sacramento del Soma. Si dilettava anche a
fargli notare i brani più imbarazzanti narrati nella Bibbia.
Allegro,
il linguista e studioso dei Rotoli del Mar Morto, un accademico con
credenziali impeccabili nella conoscenza delle lingue Classiche e del
Vicino e Medio Oriente, aveva già pubblicato diversi libri; aveva
letto le opere di Wasson e le aveva apprezzate, sapeva delle sue
scoperte messicane, aveva accettato la sua identificazione del Soma
come agarico muscario e naturalmente aveva tratto le conclusioni che
Wasson era ancora riluttante a trarre.
Allegro,
l’unico ateo nel gruppo di studiosi che lavoravano sui Rotoli,
presentò la propria ricerca sull’uso del fungo in Terra Santa con
l’aperto proposito di smontare la validità della tradizione
giudeo-cristiana. Egli fece l’errore di ipotizzare che una simile
Eucaristia visionaria avrebbe reso il Cristianesimo un credo
vergognoso, nonostante fosse consapevole che Wasson ed altri stessero
documentando la vitalità ancora valida e prospera di tali sacramenti
in altre religioni.
L’inaspettato
rifiuto sdegnoso fu immediato ed offensivo. Due corposi libri furono
stampati di fretta in circa sei mesi. Gli furono letteralmente
strappate di dosso le credenziali accademiche: non c’era prova di
quello che diceva, e per quanto concerneva i suoi critici, il fungo
nemmeno cresceva nel Vicino Oriente. Allegro fu devastato a livello
personale dal rifiuto offensivo operato nei confronti dei suoi studi.
Allegro, che fino a quel momento non aveva mai provato una sostanza
psicoattiva, stava rispondendo con avversione all’atteggiamento di
quel periodo, contrassegnato dall’abuso diffuso ed a casaccio
nonché irresponsabile di sostanze psichedeliche, misto al fermento
di transizione politica e generazionale, che portò persino Mircea
Eliade, l’autorità riconosciuta in fatto di religione, misticismo
e sciamanesimo, a rifiutare le evidenze del ruolo delle piante nello
sciamanesimo in Siberia ed in ogni altro luogo, ed a dichiarare che
le droghe erano caratteristiche solo dell’ultimo decadente stadio
di un culto, permettendo così solo una comunione allucinatoria non
autentica con il Divino. Inevitabilmente, chiunque la pensava
diversamente fu accusato di aver devastato la propria mente con le
droghe.
Wasson
scrisse ad Allegro, ma non ricevette mai risposta, probabilmente
perché questi si sentiva rifiutato in malo modo. Wasson aveva appena
pubblicato una lettera che attaccava il libro nel The
Times Literary Supplement,
evidentemente senza averlo letto, e giudicando come tutti i suoi
critici la documentazione linguistica aldilà della propria
competenza. Allegro si sentiva anche rifiutato da Robert Graves, che
aveva usato il famoso bassorilievo di Farsalo come copertina per la
sua edizione revisionata del 1960 dei Miti
Greci
(Greek
Myths),
raffigurante le dee Persefone e Demetra ognuna con in mano un fungo,
probabilmente Amanita,
mentre invece Graves avrebbe dovuto avvallare di buon grado le
descrizioni del culto orgiastico di Dioniso di Allegro. Nel suo Food
for Centaurs,
pubblicato nello stesso anno, Graves insinuava ciò che il
bassorilievo rende esplicito, cioè che la mistura dei Misteri
Eleusini conteneva un fungo psicoattivo. Fu un’idea proposta per la
prima volta da Wasson in una conferenza del 1956, anche se si era
astenuto dall’usare il bassorilievo di Farsalo come prova fin
quando, come riporta Graves, non ricevette la prova di un esperto,
che aveva evidentemente tratto profitto dalla sconfitta di
Plaincourault.
Nonostante
il fatto che fossero tutti nella stessa barca, Graves scrisse a
Wasson nel 1972 che Allegro, che non aveva potuto diffondere la
propria argomentazione iconoclasta sulla morte della religione
all’interno di The
End of the Road,
era un imbroglione.
La
mia stessa iniziazione all’intera questione avvenne dapprima con
una copia di Il
Fungo
Sacro e La Croce,
che notai in un negozio di libri a Londra, mentre io e Blaise Staples
stavamo comprando un’auto per andare a trascorrere in Grecia un
anno sabbatico. La piccola Volkswagen era piena di cose da leggere, i
romanzi inglesi più lunghi, visto che ti davano il massimo per il
denaro che spendevi, la nostra biblioteca itinerante, che comprendeva
come riferimento una copia degli affascinanti e conosciuti Miti Greci
di Graves. Non si capisce come Graves, che ha scritto più di 140
libri, fosse stato così ignorato dagli stessi colleghi Classicisti,
e perché il suo bassorilievo di Farsalo fosse stato lasciato senza
alcun commento. Allegro rappresentò la mia introduzione,
specialmente il suo studio su Dioniso, visto che aveva a che fare con
materiale con il quale avevo familiarità; le sue note a piè di
pagina riguardo Wasson mi diressero verso Soma
e tutto il resto, che all’epoca forse ho evitato perché non
conoscevamo nulla riguardo le tradizioni Vedica e Mesoamericana, o
riguardo lo sciamanesimo in generale.
Il
mio lavoro sul materiale portò a due studi in cui esaminai ciò che
alla fine potevo più facilmente definire come consustanzialità
enteogenica,
“Referenti Botanici nella Genealogia dell’Eroe”, cioè il fatto
che gli dei e gli eroi condividono peculiarità con le piante sacre,
quindi un’Eucaristia psicoattiva; ed uno studio sulla “pazzia di
Ercole”, che fu causata, così come ho dimostrato, da agenti
botanici. Blaise
mi suggerì di mandarne alcune copie a Wasson. L’anno era il 1976.
Quasi
immediatamente, ricevetti una telefonata da Gordon; stava venendo a
Boston e chiedeva se potevamo incontrarci. Andammo a cena insieme e,
prima di lasciarci, mi propose un pranzo per il giorno seguente
all’Harvard Club. Cominciò così un decennio di amicizia, con noi
che gli facevamo visita a Danbury, e lui a noi a Boston e poi nel
villaggio sul mare nel quale andammo a vivere.
Egli aveva una segretaria che gli
scriveva a macchina in modo professionale i manoscritti e la
corrispondenza, ma per le lettere personali usava una vecchia
macchina da scrivere manuale, che produceva caratteri che andavano
fuori dalle righe ed in parte si incastravano gli uni con gli altri.
Penso
che fu proprio in occasione della nostra prima visita che Gordon
propose di risolvere i Misteri Eleusini. Ci incontrammo nell’ufficio
di Schultes, e Gordon ci presentò, dicendo chi eravamo in greco.
L’udito di Schultes non era perfetto. “Frumento”, ripeté
“Materia molto interessante”. In effetti, poi scoprii che doveva
trattarsi proprio di frumento. Non ero a conoscenza del fatto che
Graves era scivolato nel deterioramento senile che avrebbe messo fine
alla sua vita nel 1985, e che Gordon mi aveva scelto come suo
sostituto per i Classici. Come risultò, egli aveva precedentemente
cercato la collaborazione di E. R. Dodds, autore di The
Greeks and the Irrational
(1951), ma Dodds aveva mantenuto una cortese distanza.
L’identificazione del Soma da parte di Wasson contava sul
ritrovamento di funghi in un’altra religione antica, in un altro
posto dove gli Indoeuropei fossero migrati, parallelamente al loro
spostarsi giù nella Valle del fiume Indo.
Ed
Eleusi era la candidata più probabile, poiché vi si consumava
qualcosa e dopo si vedeva qualcosa. In teoria non poteva essere solo
una droga, ma doveva essere un fungo. Tutto ciò per me era molto
sorprendente, poiché avevo scritto su Dioniso ma conoscevo poco di
Eleusi, e poiché era un Mistero, e quindi, come dichiarò nel 1960
Mylonas
lo
scavatore del santuario, esso non era risolvibile.
In seguito andammo spesso in auto a
Danbury, ma stavolta con la macchina di Gordon. Qualche anno dopo
egli smise di guidare, anche se tenne la macchina, visto che era
stato fermato perché guidava a velocità troppo elevata e dovette
assumere un avvocato per non avere la fedina penale sporca. Non era
ritornato sul progetto a noi proposto, ma ci pose una domanda mentre
guidava: “Suppongo che voi giovanotti abbiate provato tutti gli
allucinogeni che si conoscono!”. Esitammo, non proprio tutti.
A
cena incontrammo la sua governante Ivonne, che diventò la nostra
frequente assistente, sempre troppo chiacchierona con i suoi ospiti,
come affermava sempre Gordon, e, per questa prima serata, anche la
vecchia tata dei suoi ragazzi, che era lì in visita, e Masha, sua
figlia, un’infermiera, che sarebbe diventata il nostro supervisore.
Gordon ci aveva descritto a malapena quello che avremmo fatto,
eccetto che avremmo provato la pozione eleusina. Ciò sembrava essere
illegale, e probabilmente lo era. Per prepararci, non avremmo dovuto
mangiare. Non sapevamo chi, tra i commensali, sapeva cosa stava
succedendo, ma ci sedemmo a cena senza mangiare nulla, ad eccezione
di una zuppa al curry, che secondo Gordon non ci avrebbe fatto male.
Quando la cena finì, Ivonne ci disse
“Bè, buon divertimento!”, quindi lasciammo la casa padronale
insieme a Masha, ed andammo verso il fienile, che era stato lo studio
d’arte del precedente proprietario ed ora era il quartier generale
privato e la biblioteca di Gordon.
Nel
luglio dell’anno precedente, quando Albert Hofmann andò a
visitarlo, Gordon gli chiese “se l’uomo dell’antica Grecia
avesse potuto trovare un metodo per isolare un allucinogeno dalla
Claviceps
Purpurea,
così da permettergli un’esperienza paragonabile all’LSD o alla
psilocibina”. Albert gli aveva fornito la risposta ed alcuni
campioni, ed ora noi stavamo per provarli. In ogni caso, c’erano
solo due dosi. Masha avrebbe avuto cura di noi se qualcosa fosse
andato storto, ma non ci fu nulla da far fare a Blaise. Allora Gordon
gli propose di prendere della psilocibina.
Ingerimmo
le pozioni, ci avvolgemmo in lenzuola per ripararci dal freddo, e ci
sedemmo vicino al fuoco del caminetto, mentre Maria Sabina salmodiava
dal fonografo. Masha sedette in un angolo, leggendo il New
York Times.
L’ultima cosa che Gordon disse fu che era usanza di queste
cerimonie l’osservare il silenzio; il che, ovviamente, era solo
un’ammonizione al non chiacchierare. Quindi, io e Gordon aspettammo
di ricevere la visita delle dee. Ma
non successe nulla, come infatti annunciai verso mezzanotte. “Si”,
disse Gordon “alquanto deludente”. Blaise,
che nel frattempo aveva ingerito una sostanza psicoattiva ben
conosciuta, stava avendo divertenti visioni di se stesso che
veleggiava sui mari con Ulisse, ma non osava dir nulla per paura di
intromettersi nella nostra ben più profonda esperienza. Quando fu
chiaro che non eravamo in pericolo, Masha andò a letto e rimanemmo
soli nello studio. Ed affamati, come proclamò Gordon, visto il
digiuno osservato. Quindi, come dei ladri, ritornammo nella casa
padronale, e saccheggiammo la dispensa di Ivonne, banchettando con
birra calda e cracker, tutto ciò che riuscimmo a trovare.
Il
giorno dopo, quando ci incontrammo nello studio dopo colazione,
Gordon ci mostrò un report di Albert riguardante il suo immuno-test;
e decidemmo di portare avanti il progetto, sostenendo che il dosaggio
che avevamo preso era stato insufficiente. Quindi, avevamo una
sostanza che non funzionava molto, ed era mio compito mostrare come
questa si potesse adattare ai Misteri. Veramente un compito
difficile.
Ma
fu portato a termine. Imparai molto sull’etno-farmacologia e
l’etno-botanica. E negli anni successivi alla prima edizione di The
Road to Eleusis del
1978, molto di più è stato scoperto e una nuova versione della cosa
presentava uno scenario più chiaro per la cerimonia ed un
raffinamento della sostanza usata: non ergonovina separata dal
complesso variabile delle tossine della Claviceps
purpurea,
ma ergina
(ammide dell’acido lisergico) insieme al suo isomero isoergina
prodotta dall’idrolisi dell’ergotamina tossica, prescritta
nell’uso comune in dosi non tossiche come vasocostrittore nel
trattamento dell’emicrania.
Hofmann
aveva fatto esperienza con tossine
pure
sintetizzate
dalla Claviceps
Purpurea,
che differiscono dal prodotto naturale. La pozione eleusina era in
effetti analoga all’Ololuihqui
o estratto di ipomea dei Maya.
I
funghi così sfacciatamente ritratti sul bassorilievo di Farsalo non
erano probabilmente il Mistero praticato ad Eleusi, vista la sua
provenienza dalla Tessaglia nella Grecia Nordorientale. C’erano,
infatti, santuari eleusini in altre parti della Grecia. C’erano,
comunque, due livelli di iniziazione, ed apparentemente i funghi
erano impiegati nei Piccoli Misteri, durante i quali il sacramento
era riservato ad una singola persona, la donna a cui andò il titolo
di Sacra Regina di Atene, la Basilinna, di cui si dice che dormì col
dio Dioniso in una stalla di bue, il che è una metafora per l’estasi
sciamanica indotta dall’Eucarestia del sacramento del “toro”.
Ciò succedeva a febbraio sulle rive del fiume Ilissos ad Agrai,
nell’Attica, a sud-est della città di Atene; un anno e mezzo dopo,
venivano celebrati i Grandi Misteri intorno all’ultima settimana di
settembre. Per fare ciò, diverse migliaia di adepti si riunivano
ogni anno nella sala di iniziazione ad Eleusi e bevevano la pozione,
che permetteva loro di viaggiare verso l’altro mondo e di
riemergere nella sala con Persefone nel momento in cui ella partoriva
il magico figlio concepito nel regno dei morti.
Era
qui che la Claviceps
purpurea agiva
come agente psicoattivo. Anche la Claviceps
purpurea è
un fungo, anche se nei gusci infestati dei cereali si vede solo lo
sclerozio o massa indurita del micelio seccato. Tali
gusci, comunque, sono come il seme che manca al fungo selvatico; e
quando cade sul terreno, germoglia nei caratteristici corpi
germoglianti a forma di fungo, riconoscibili ad occhio nudo. Ricordo
l’entusiasmo di Gordon quando ricevemmo la fotografia fatta da
Albert della Claviceps
che fruttificava. Finalmente
avevamo un fungo. E
si addiceva all’intera mitopoeia del rapimento e resurrezione di
Persefone, e dell’invenzione dell’arte della coltivazione. Il
grano, l’orzo e le piante commestibili.
Tutto ciò avrebbe causato una certa
sensazione; un sacramento psicoattivo al centro del mondo classico
greco-romano: come proclamava Cicerone, “tra le molte istituzioni
divine ed eccellenti che Atene ha esibito, nessuna secondo me è
meglio di quei Misteri”. Le più alte menti dell’antichità
avevano fatto la stessa esperienza di estasi, che Gordon aveva
scoperto in Mesoamerica: Platone, Socrate, i drammaturghi, i politici
che andavano per la maggiore – da ormai duemila anni. L’esperienza
psichedelica aveva formato la coscienza e la cultura occidentale.
Per divulgare questa scoperta, Wasson
cambiò la solita modalità e decise che non ci sarebbe stata alcuna
edizione di lusso, ma solo una commerciale. Ciò sarebbe stato molto
più iconoclastico di qualsiasi pubblicazione di Tim Leary. In ogni
caso, non ci fu alcun comunicato stampa, alcuna risonanza pubblica,
né contestazione né interesse; ma solo una tiepida recensione che,
in effetti, non rigettò la teoria. E, quando Burkert ci citò
durante le sue lezioni del 1987 ad Harvard, una decina d’anni dopo,
accettò l’identificazione del Soma da parte di Wasson e definì la
materia di Eleusi come un “indovinello sofisticato”, ma non lo
capì, confondendo l’ergotismo con l’LSD, considerato da lui come
“uno stato non piacevole e per niente euforico”. E ciò chiuse
definitivamente l’argomento, per quanto concerneva i Classicisti.
Come
scrisse Terence McKenna: “Le idee che gli autori hanno esposto non
sono state contestate,
anzi sono state ignorate dagli specialisti della cultura della Grecia
antica e classica. Questa situazione sembra convalidare la regola
empirica approssimativa, secondo cui quando le idee sono controverse
vengono discusse, e quando sono rivoluzionarie vengono ignorate”.
Il grande pubblico era spaventato dalla rivoluzione psichedelica. Le
stesse persone che vi avevano partecipato erano adesso genitori
spaventati per i propri figli.
Quando,
nel 1986, Persephone’s
Quest
fu pronto per essere pubblicato, nessuna casa editrice aveva
intenzione di prenderlo in considerazione, nonostante la grande
pubblicità fattagli da Schultes, e nonostante il fatto che tutti i
capitoli, ad eccezione del primo, erano già apparsi su altre
pubblicazioni , finché non ci imbattemmo nell’Università di Yale,
dove uno degli editori era stato un fan dell’argomento fin dagli
anni Sessanta; Wasson non visse tanto a lungo da vedere il libro
pubblicato, che è ancora in commercio.
Il
primo capitolo non era altro che il riassunto finale fatto da Wasson.
“Mentre mi appresto a finire i miei giorni”, così cominciava,
“ho deciso di scrivere un resoconto della nostra indagine sui
funghi”. Quindi ritornava alla questione di un culto dei funghi
all’interno della Cristianità. “Una volta dissi che non vi erano
funghi all’interno della Bibbia”, scrisse. “Ma mi
sbagliavo…Ritengo che il Frutto dell’Albero della Conoscenza del
Bene e del Male sia il Soma, il kakuljá,
l’Amanita Muscaria, che sia il Fungo senza nome dei popoli di
lingua Inglese”.
L’idea
originale, secondo la quale il culto del fungo fosse arrivato in
Europa con la migrazione verso Nord degli Indo-Europei, deve essere
modificata. Naturalmente, nelle rotte commerciali che partivano dalla
Persia, c’era stato anche un trasferimento a Sud. E gli immigrati
trovarono il culto già ben stabilito tra le culture indigene, avente
origine apparentemente dall’Africa, laddove i petroglifici
preistorici trovati a Tassili n’Ajjer raffigurano sciamani e
cacciatori che diventano consustanziali al sacramento del fungo. La
stessa cosa accadde con i Conquistadores che ritrovarono gli stessi
sacramenti eretici dell’elite europea nel Nuovo Mondo, ma
scandalosamente rivelanti divinità pagane.
In
un certo modo, l’Harry Stone di Puharich aveva ragione. Gli
Egiziani avevano un culto del fungo. Il fungo magari non cresceva in
modo spontaneo; c’era un commercio ben avviato nell’antichità,
così come c’è oggi, di sostanze di tutti i tipi spedite
facilmente e con profitto.
E
non solo la Cristianità ed i Misteri Eleusini condividono
un’Eucaristia del fungo, ma la Grecia Classica era in contatto
costante con i Persiani Achemenidi, e filosofi del calibro di
Democrito conversavano con questi sciamani o magi, la cui versione
dell’Eucaristia del Soma era chiamata Haoma.
Significativamente, il mito della Natività di Cristo vede tre Magi
arrivare il giorno dell’Epifania per accertarsi della sostituzione
(da parte di Cristo). L’Haoma era stato introdotto in Occidente
almeno nel primo secolo avanti Cristo, se non prima ancora, come
Mitraismo, e diventò il culto ufficiale della fratellanza guerriera,
degli uomini di Stato e degli imperatori, cioè dell’élite che
amministrava l’Impero Romano. Nerone fu il primo ad essere iniziato
all’ Eucaristia col “cibo magico”, come ha riportato Svetonio.
La fondazione dell’Impero Romano era una vera e propria iniziazione
alle sostanze fatta in sette stadi, una versione del culto di
Soma/Haoma, e la struttura politica che essa creò era ciò che
sarebbe diventata poi l’Europa. Con la conversione al Cristianesimo
dell’imperatore guerriero Costantino, Mitra e i Misteri Eleusini
furono sostituiti dalla nuova religione, che distrusse i santuari
pagani, spesso costruendo le chiese con le pietre dei precedenti
luoghi sacri e negli stessi loro siti, spesso dando solo la propria
mera interpretazione dell’identico sacramento. La Basilica di San
Vicente ad Avila sostituì un Mitreo che sorgeva lì vicino. Essa
mostra sfacciatamente il fungo come banchetto celestiale sul timpano
del portale, col portale stesso, come sempre, avente un distintivo
disegno a forma di fungo, con l’apertura, con o senza il verbasco
[mullein] che lo divide, che dà l’idea di un fusto che supporta
l’emisfero del timpano come se fosse il cappellino. Il timpano
stesso è la metà della forma di mandorla [mandorla]
che rappresenta, secondo la tradizione, la vulva della dea,
trasformata poi secondo il Cristianesimo nella porta del Paradiso.
Solo l’élite, che riservava per sé stessa il contatto diretto con
la divinità, avrebbe riconosciuto questo disegno a forma di fungo
mentre si passava attraverso il portale allo spazio dedicato al
culto; ma esso era sicuramente stato fatto con intenzione,
un’indicazione della versione eretica dell’Eucaristia che rendeva
perpetua una pianta sacra impiegata nei culti pagani che la Chiesa
dominante aveva soppresso, e nelle versioni più antiche degli stessi
riti Cristiani, così come è stata conservata nel pavimento a
mosaico della stanza dell’agape ad Aquileia, risalente all’inizio
del quarto secolo, con raffigurazioni di cestini pieni del fungo
eucaristico. Già a Rinascimento inoltrato, gli strati più in alto
all’interno della Chiesa facevano ancora esperienza di questi
sacramenti visionari, che erano proibiti ai laici.
Ci
furono due aspetti della rivoluzione psichedelica: i liberali che
ricercavano gli enteogeni per liberare la mente, ed i conservatori
che cercavano di controllare la mente attraverso le stesse sostanze.
Gli abusi e gli eccessi di entrambe le posizioni portarono al
Controlled
Substances Act
del 1970. Mentre genitori indignati ancora cercano di fare inserire
una sostanza dopo l’altra nella lista di quelle proibite, la
rivoluzione ha anche acceso un forte interesse nella mitologia e
nello studio comparato delle religioni, visto che quelli che ora sono
genitori avevano cercato una guida per capire le proprie esperienze,
facendo diventare best-seller libri quali Hero
with a Thousand Faces
di Joseph Campbell. Il movimento liberale ebbe successo con il
Religious
Freedom Restoration Act
del 1993, che legalizzava l’Eucaristia fatta col peyote
della Chiesa Cristiana Nativo-Americana. E, solo recentemente, la
Corte Suprema degli Stati Uniti ha applicato quest’atto ad un caso
portato di fronte alla Corte di Giustizia dalla Brazilian Uniao do
Vegetal del New Mexico, ed ha quindi legalizzato la loro Eucaristia
cristiana fatta col tè di ayahuasca.
I
Misteri Eleusini furono citati durante l’istruttoria come un
precedente di esperienza religiosa ordinata e benefica, indotta da un
sacramento psicoattivo. Nonostante questa importante decisione abbia
ricevuto scarsa risonanza da parte della stampa, rivendica comunque
il ruolo di Wasson come il patriarca che presiede alla Rivoluzione
Psichedelica.
(*)
Relazione
tenuta al convegno SISSC “La visionarietà nell’arte, nella
scienza e nel costume”, Perinaldo (IM) 23-26 agosto 2006
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